È stata presentata il 18 novembre l’indagine “Vivere da adolescenti in Italia”, realizzata da Con i Bambini e Demopolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il lavoro offre un quadro aggiornato sulle condizioni di vita dei giovani tra i 14 e i 17 anni, con particolare attenzione agli adolescenti che vivono nelle periferie e nelle aree più fragili del Paese.
L’ascolto diretto dei ragazzi mette in evidenza differenze marcate nelle opportunità di crescita. Nelle periferie e nei quartieri con minore disponibilità di servizi, cala la possibilità di svolgere attività extrascolastiche, sportive e culturali, e si riduce il senso di sicurezza. La mancanza di opportunità non incide solo sul quotidiano, ma anche sulle prospettive di futuro: mentre un terzo degli adolescenti italiani guarda con pessimismo agli anni che verranno, la quota sale al 43% tra chi vive in aree più difficili.
Le attività extrascolastiche si confermano un fattore decisivo per la socialità e lo sviluppo, ma non accessibile a tutti allo stesso modo: il 72% degli adolescenti non partecipa a laboratori artistici o musicali e oltre un terzo non pratica attività sportiva, con divari ancora più marcati nei quartieri fragili. Anche la percezione della sicurezza risulta critica: il 43% teme episodi di violenza o bullismo fuori casa, un dato che raggiunge il 59% nelle zone difficili e il 63% tra le ragazze.
Tra le “cose importanti della vita”, gli adolescenti indicano la famiglia (78%), l’amicizia (72%) e il benessere psicologico (62%). Ma un quarto dichiara di non essere mai stato ottimista nell’ultimo anno, con una crescita significativa nelle aree più svantaggiate. Le preoccupazioni principali riguardano il futuro (55%) e la salute fisica e mentale (37%); seguono la dimensione personale e, più distanziate, le crisi internazionali.
L’indagine incrocia anche le percezioni dell’opinione pubblica e dei genitori. L’86% degli adulti identifica nella dipendenza da smartphone e internet la principale criticità per la crescita dei minori, mentre il 74% segnala la diffusione della violenza giovanile. Permane inoltre la convinzione che le opportunità educative non siano distribuite equamente: solo il 9% ritiene che la scuola italiana garantisca pari condizioni a tutti.
Un dato significativo riguarda la responsabilità educativa condivisa: l’81% degli italiani riconosce oggi il ruolo centrale della comunità educante, quasi il doppio rispetto al 2019.
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