Si è aperta a Sassari, negli spazi dell’Ex Ma.Ter, la terza edizione di Connessioni Future, il festival promosso dalla Fondazione di Sardegna che riunisce voci, esperienze e prospettive diverse intorno a tre temi cardine dell’impegno della Fondazione di Sardegna: le connessioni, l’educazione e la cultura e l’innovazione. La giornata inaugurale, moderata dalla giornalista Laura Fois, è stata dedicata al tema delle connessioni, con un confronto tra rappresentanti delle istituzioni e la presentazione del nuovo Piano triennale della Fondazione di Sardegna.
In apertura dei lavori, il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia ha sottolineato il valore della collaborazione tra istituzioni, università, imprese e comunità locali, evidenziando come Connessioni Future rappresenti un’occasione per rafforzare la rete cittadina e metropolitana della conoscenza. “Dobbiamo costruire le infrastrutture materiali e immateriali che permetteranno alle nuove generazioni di immaginare e realizzare la Sardegna di domani – ha dichiarato – investendo in istruzione e formazione, ambiti in cui bisogna concentrare risorse e attenzione”.
Nel suo primo intervento, il presidente della Fondazione di Sardegna Giacomo Spissu, dialogando con il direttore de La Nuova Sardegna, Luciano Tancredi, ha ricordato che la scelta di Sassari come sede stabile dell’iniziativa risponde all’obiettivo di rendere la Fondazione sempre più presente nei territori. “Sassari è un luogo ideale per sviluppare i temi che sono al centro del nostro lavoro – ha affermato – perché rappresenta un punto di incontro tra intelligenze, competenze e istituzioni”. Spissu ha poi richiamato le principali linee di intervento della Fondazione: la lotta alla dispersione scolastica, il sostegno alla ricerca e alla cultura, l’attenzione ai temi dell’innovazione e delle reti sociali. “Parlare di futuro e di connessioni significa affrontare anche il tema delle relazioni, materiali e umane, e lavorare per creare spazi e opportunità che rafforzino il tessuto civico e culturale della Sardegna”.
Spissu ha inoltre ricordato i due nuovi spazi che entreranno a far parte del patrimonio della Fondazione, Palazzo Sanna Cavanna a Sassari e il Chiostro di San Francesco a Cagliari, destinati a diventare luoghi di incontro e sperimentazione: “Li immaginiamo come luoghi aperti alla città – ha detto – spazi dove cultura, ricerca e innovazione potranno dialogare e generare nuove relazioni”.
Il direttore generale della Fondazione di Sardegna, Carlo Mannoni, insieme a Daniele Tronci dell’area Finanza e Rossella Porcheddu dell’area Progettazione, hanno presentato il Piano triennale 2026-2028 della Fondazione, che prevede – al 2028 - erogazioni complessive per circa 150 milioni di euro, il fondo di stabilizzazione delle erogazioni che raggiungerà i 120 milioni di euro e una dotazione patrimoniale che arriverà a 1,1 miliardi di euro.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato Mannoni – è assicurare erogazioni sostenibili nel tempo, mantenendo saldo l’equilibrio tra solidità patrimoniale e impatto sul territorio. Un patrimonio in crescita ci consente di programmare con visione e di tradurre le risorse in progetti concreti, capaci di generare valore per le comunità”. Tronci ha evidenziato la solidità del portafoglio finanziario e la diversificazione degli investimenti, sempre più orientati a rafforzare la missione istituzionale della Fondazione, mentre Porcheddu ha illustrato le nuove linee tematiche pluriennali, dedicate a educazione, innovazione, cultura e sociale, che si affiancheranno ai bandi annuali e alle iniziative in partnership con istituzioni pubbliche e private.
La presidente della Regione Alessandra Todde ha evidenziato la convergenza tra l’impegno della Regione e quello della Fondazione nel promuovere coesione sociale e sviluppo sostenibile. Ha ricordato la necessità di “rafforzare il rapporto con soggetti come la Fondazione, per coordinare politiche e interventi che offrano opportunità anche ai più fragili”, sottolineando come l’isola debba affrontare con decisione le sfide della dispersione scolastica, della povertà educativa e del riequilibrio territoriale. Ha inoltre richiamato l’importanza dei grandi progetti di ricerca, come l’Einstein Telescope, “che possono generare una nuova economia della conoscenza e trattenere in Sardegna competenze e talenti”.
Nel dialogo tra la presidente Todde e il presidente Spissu, moderato dal direttore della Nuova Sardegna Luciano Tancredi, sono emersi i temi della pianificazione energetica, della necessità di un dibattito pubblico informato e della costruzione di una visione condivisa di lungo periodo. “Occorre pianificare con equilibrio la transizione energetica, proteggendo il paesaggio ma garantendo energia pulita e accessibile – ha spiegato Todde – perché la competitività delle imprese e la qualità della vita delle comunità dipendono da questo”. Spissu ha richiamato la necessità di “un confronto serio e continuo sulle prospettive di sviluppo dell’isola, capace di superare le polarizzazioni e di individuare obiettivi comuni su cui la società sarda possa riconoscersi”.
Nel suo intervento, il presidente di Acri, Giovanni Azzone, ha posto l’accento sul valore del tema delle connessioni, che definisce la missione stessa delle fondazioni di origine bancaria. “Rendere più forti le comunità – ha detto – significa favorire al tempo stesso innovazione e coesione sociale, due facce della stessa medaglia”. Azzone ha richiamato anche l’urgenza di affrontare il fenomeno dei NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, “una delle fragilità più gravi di una società che invecchia e non può permettersi di perdere energie e intelligenze”. Ha sottolineato come le fondazioni possano contribuire a contrastare questa tendenza creando reti tra scuole, terzo settore e imprese, capaci di offrire nuove prospettive di formazione e inserimento lavorativo.
La giornata si è conclusa con la performance musicale di Gavino Murgia, un dialogo sonoro e di immagini che ha sintetizzato il senso di incontro e di scambio che ha caratterizzato l’intera giornata.




