Connessioni Future 2025: innovazione, intelligenza artificiale ed ecosistemi digitali nella giornata conclusiva del festival

Connessioni Future 2025: innovazione, intelligenza artificiale ed ecosistemi digitali nella giornata conclusiva del festival
La terza e ultima giornata di Connessioni Future 2025 ha riunito a Sassari istituzioni, investitori, startup e professionisti in un confronto dedicato ai temi dell’innovazione e alle trasformazioni che stanno ridisegnando l’economia e la società. Con 950 partecipanti, 9 tra workshop e masterclass, 24 investitori e 24 startup coinvolte, la manifestazione ha confermato la crescita dell’ecosistema regionale e la capacità di attrarre competenze e attori nazionali e internazionali.
 
La mattina è stata dedicata a tre masterclass su intelligenza artificiale generativa, strumenti generativi per il business e prompt design, con l’obiettivo di offrire competenze operative utili nei processi di trasformazione digitale.
 
Aprendo i lavori della sessione pomeridiana, il Direttore Generale della Fondazione di Sardegna, Carlo Mannoni, ha richiamato il senso di un percorso pluriennale che unisce attività filantropica e azione di investimento: un lavoro continuativo, ha osservato, che richiede costanza, collaborazione e un impegno condiviso affinché l’ecosistema dell’innovazione cresca in modo stabile, evitando “fiammate” isolate e costruendo invece continuità, reti e consapevolezza. “Questi tre giorni mostrano il valore di un lavoro che non nasce oggi e che non si esaurisce con un evento”, ha affermato. “Perché l’innovazione produca risultati concreti servono relazioni durature, una programmazione coerente e la capacità di mantenere nel tempo il ritmo dello sviluppo”.
 
Nella sessione di apertura, il Direttore Generale della Camera di Commercio di Sassari, Pietro Esposito, ha sottolineato come lo sviluppo dell’innovazione riguardi l’intero tessuto produttivo, non solo le startup: occorrono competenze, capitale e strumenti adeguati per sostenere il passaggio dall’idea all’impresa, un impegno che coinvolge il sistema camerale, le università e il mondo finanziario. "La difficoltà non è avere intuizioni, ma creare le condizioni perché diventino impresa", ha osservato. "Per questo stiamo lavorando a un modello condiviso che sostenga non solo le startup, ma tutte le aziende sarde che vogliono innovare".
 
Il Direttore Generale del Banco di Sardegna, Mauro Maschio, ha richiamato invece la responsabilità di accompagnare la crescita delle idee imprenditoriali, ricordando che la spinta all’innovazione nasce dal lavoro congiunto di istituzioni, imprese e comunità. "Abbiamo bisogno di aiutare le idee a diventare realtà che creano valore sul territorio", ha affermato. "E questo richiede collaborazione, rete e la capacità di continuare a provarci, anche quando il percorso è complesso".
 
Il momento centrale della giornata è stato l’intervento di Alec Ross, che ha offerto una visione ampia e strutturata delle trasformazioni tecnologiche in atto and delle implicazioni per i territori nei prossimi anni. Partendo da un’analisi storica degli ultimi decenni, Ross ha osservato che la velocità dei cambiamenti che ci attendono supera di gran lunga quella vissuta finora: i prossimi dieci anni, ha spiegato, produrranno innovazioni più profonde dei trent’anni precedenti, ridefinendo interi settori produttivi e i modelli di sviluppo economico. "Quello che ci aspetta nel prossimo decennio sarà più dirompente, nel bene e nel male, di ciò che abbiamo vissuto finora", ha affermato. "La crescita dei dispositivi connessi e la trasformazione di processi che non consideriamo tradizionalmente digitali stanno cambiando le basi stesse della nostra economia".
 
Ross ha richiamato il ruolo centrale dell’intelligenza artificiale in tutte le sue declinazioni – percettiva, generativa, agentica e fisica – sottolineando come la competitività dei territori dipenderà dalla loro capacità di integrare strumenti avanzati in contesti produttivi, amministrativi e sociali. "Non esiste più un confine tra settori digitali e non digitali", ha ricordato. "I dati sono ormai la materia prima dell’economia contemporanea, come la terra nell’era agricola e il ferro in quella industriale".
 
Nel suo intervento, Ross ha poi insistito sulla necessità di cogliere le opportunità della transizione tecnologica con decisione e visione strategica, sostenendo che l’innovazione richiede coraggio e capacità di assumersi responsabilità. "Solo gli ottimisti cambiano il mondo", ha detto. "Ogni atto di investimento, ogni scelta imprenditoriale, ogni nuova idea che sosteniamo è un atto di ottimismo e un atto di fiducia nel futuro".
 
Guardando alla Sardegna, Ross ha infine evidenziato come l’isola disponga di talenti e competenze diffuse, che possono essere valorizzate attraverso un uso più esteso degli strumenti dell’intelligenza artificiale e un rafforzamento del sistema locale dell’innovazione. La sfida, ha concluso, consiste nel trasformare tali potenzialità in crescita reale, sostenibile e condivisa.
 
Nel corso della giornata si è svolto anche il Demo Day di Frontech, il programma parte della Rete Nazionale Acceleratori CDP Venture Capital dedicato ad AI, web3, metaverso o altre tecnologie di frontiera. Le startup accelerate hanno presentato i progetti sviluppati nel corso del programma e, contestualmente, è stata lanciata la call per il terzo batch dell’acceleratore.
 
Il panel dedicato all’ecosistema sardo dell’innovazione ha offerto un quadro articolato delle dinamiche regionali, a partire dalle considerazioni di Mario Mariani di The Net Value, che ha messo in evidenza come la disponibilità di capitali non rappresenti più un limite nelle prime fasi di sviluppo e come la Sardegna disponga oggi di un ecosistema maturo e attrattivo, ricordando che "il capitale non è più la criticità principale: oggi il sistema è strutturato e riconosciuto anche fuori dall’isola" e aggiungendo che "la sfida resta la scala, perché abbiamo grandi talenti ma numeri ancora insufficienti per sostenere iniziative di dimensione maggiore". Proseguendo, Antonio Solinas di Abinsula ha richiamato il valore della rete e della formazione continua come condizioni necessarie per accompagnare il rapido cambiamento tecnologico, sottolineando che "viviamo in un settore che cambia costantemente e senza una formazione capace di assorbire questi cambiamenti rischiamo di perdere competitività", evidenziando inoltre che "la rete tra imprese e istituzioni è fondamentale per superare i limiti dimensionali delle nostre realtà".
 
Riccardo De Lisa, in rappresentanza della rete e.INS, ha insistito sull’importanza di una cultura imprenditoriale più solida e della costruzione di un sistema che unisca università, imprese e istituzioni, spiegando che "serve una consapevolezza diffusa: non basta creare progetti, bisogna farli dialogare dentro un sistema reale" e osservando che "se università, imprese e attori istituzionali agiscono insieme, l’ecosistema può crescere in modo strutturale". Infine, Sebastiano Baghino di Sardegna Ricerche ha indicato nella capacità di trattenere e attrarre talenti, nella cooperazione e nel coraggio di puntare su strategie chiare gli elementi decisivi per il futuro dell’isola, affermando che "mi piacerebbe vedere un ecosistema che trattiene i suoi talenti e ne attira di nuovi" e ribadendo che "per farlo serve fiducia, cooperazione e la capacità di puntare su poche strategie ben definite".
 
La riflessione sulle tecnologie emergenti è proseguita nel panel dedicato al ruolo dei venture capital europei, con un approfondimento sulle strategie d’investimento, sulla centralità del “data moat” – cioè il vantaggio competitivo generato da grandi quantità di dati proprietari difficilmente replicabili – e sui criteri che distinguono le soluzioni realmente AI native da quelle che utilizzano l’intelligenza artificiale in modo superficiale. È emersa una forte attenzione per l’esecuzione, la disciplina operativa e la capacità dei team di generare valore in cicli di mercato sempre più rapidi.
 
La giornata si è conclusa con la performance musicale di Ilaria Porceddu ed Emanuele Contis.

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