La Fondazione di Sardegna ha perfezionato l’acquisto di Palazzo Sanna-Cavanna, edificio storico in stile liberty situato in viale Dante a Sassari, noto anche come casa natale di Enrico Berlinguer. L’operazione è stata presentata dal presidente Giacomo Spissu nel corso di una conferenza stampa.
Costruito tra il 1911 e il 1913 come deposito e rivendita di materiali edili, il palazzo è divenuto in seguito residenza della famiglia Cavanna e dell’avvocato Sanna. Oggi è sottoposto a vincolo monumentale ed è considerato uno dei pochi esempi di architettura liberty presenti in città.
“L’acquisizione di Palazzo Sanna-Cavanna è stata un’operazione complessa, che ha richiesto tempo e determinazione – ha sottolineato Spissu – ma che consente oggi di restituire a Sassari un bene importante, ricco di storia. È un investimento che guarda al futuro, con l’obiettivo di trasformare l’edificio in un contenitore vitale, aperto alla cultura, alla ricerca e alla partecipazione, in linea con la missione della Fondazione di Sardegna”.
Il Presidente ha inoltre evidenziato che la destinazione degli spazi sarà definita attraverso un percorso condiviso, coniugando memoria e innovazione e che la Fondazione intende promuovere iniziative capaci di coinvolgere la comunità e le nuove generazioni, rendendo l’edificio un luogo vitale e dinamico, in grado di ospitare mostre, spettacoli, festival, laboratori e attività legate alle frontiere della creatività e della tecnologia. Inoltre, sarà studiata la possibilità di dedicare uno spazio alla figura di Enrico Berlinguer.
Il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, ha sottolineato il valore urbanistico e simbolico dell’operazione: “Il recupero di Palazzo Sanna-Cavanna rappresenta un intervento fondamentale in un quadrante della città che attende da tempo nuove energie. È un’azione che contribuirà a restituire decoro e vitalità a un’area centrale di Sassari”.
L’edificio, che si affaccia su tre vie del centro cittadino e dispone anche di un ampio cortile interno, necessita ora di un articolato intervento di restauro. L’obiettivo è quello di preservarne le caratteristiche architettoniche originarie e, al tempo stesso, di adattarne gli spazi a nuove funzioni, immaginando sale espositive, laboratori, ambienti per la formazione e per eventi culturali.
Il progetto di recupero, che affianca quello del Chiostro di San Francesco a Cagliari, si ispira a esperienze già realizzate in altre città italiane, dove edifici storici rigenerati dalle Fondazioni bancarie sono diventati centri culturali e hub di innovazione.